La notte che il mare mi sputò sulla roccia di marna non c’era luna al balcone del cielo. Il vento mi frustava le ossa l’acqua danzava dentro ai miei polmoni ed una voce che non riconoscevo -forse la voce ch’era stata mia ed ora era di un morto- chiamava disperata il mio Kaleb. Ma nessun Dio Allah o Maometto rispose al mio richiamo. Come potete immaginare il morso dell’ angoscia che addenta la carne inaridita dal sale degli scafi, voi che conoscete il mare soltanto per diletto? La notte eterna discendeva lenta a invadermi le membra, ad abbuiarmi il cuore quando un’ombra s’avvicinò al mio corpo e mi spogliò del freddo degli stracci. Si stese col suo peso sul mio corpo e mi alitò sul viso fin quando giunse l’alba.
Palermo, 4 ottobre 2013 Strage di Lampedusa
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Rossella Cerniglia
- 08/12/2013 11:06:00
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Grazie, Anna Maria, per questi versi, così belli e suggestivi, e così intrisi di umanità. Solo adesso li leggo e ne colgo il doloroso empito, somigliante a uneco che tenacemente rimbombi dentro lanima, a rammentarci il carico di dolore che è nel mondo. Forse, il Dio lontano e spettatore non è, poi, del tutto tale, se interviene ad opera delluomo. Questa, la speranza che si apre negli ultimi versi, quando "unombra" inattesa si profila, appressandosi al corpo ormai debilitato e morente, e, col suo compassionevole afflato, gli offre una nuova "alba".
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Guglielmo Peralta
- 12/10/2013 23:44:00
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Un grido di dolore e di angoscia, appena affievolito da un gesto di pietà e damore, che la bella e commovente poesia di Anna Maria "amplifica" per una forte denuncia contro limpotenza e lindifferenza delle istituzioni
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Nicola Romano
- 11/10/2013 15:53:00
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Con parole che forse non avremmo saputo dire Anna Maria, attraverso la sua riconosciuta sensibilità, sa interpretare la nostra angoscia e il nostro dolore per il recente evento (storico) dentro il quale ci sentiamo impotenti e stupefatti. Si dice "in questi casi è meglio il silenzio", ma non è così se la parola poetica sa restituire dignità e speranza ad una delle disfatte umane della vita...
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Anna Maria Bonfiglio
- 10/10/2013 23:30:00
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cari amici, grazie dellattenzione. da tutti voi è stato recepito quello che volevo comunicare: malgrado tutto bisogna avere fede nellumanità, quella più vera, silenziosa e invisibile. un caro saluto
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Ester Monachino
- 10/10/2013 17:24:00
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Incipit maestoso nella tragicità: Anna maria sa come trasmutare un acutissimo sentire in parola, in verso. Punto cardine si fa unumanità che va oltre il recinto religioso in nome di un sentire partecipativo slargato, più che al terrestre, al cosmico. Dovè la dimensione della speranza? La poesia sa essere ancora un appiglio, ancora terraferma.
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Loredana Savelli
- 07/10/2013 15:05:00
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Non immaginiamo il morso dellangoscia, noi che il mare godiamo solo dalla riva, ma queste parole taglienti ci danno per un attimo la misura della tragedia. Si torna a leggere ad occhi bassi, con tanta pena. Spero che questa pena ci smuova oltre "loccasione" e diventi principio di giustizia. (Fino a quando???)
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Eugenio Nastasi
- 07/10/2013 11:36:00
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Un grazie sentito ad Anna Maria per aver interpretato poeticamente e umanamente il nostro sentire, con laugurio che tutti andiamo più in là di una indifferenza satura della visione di immagini pietose mentre si tratta di una tragedia vera e non solo filmica. E complimenti per la lirica in sè, nel suo lessico puntuale e nel suo significato pieno.
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francesca luzzio
- 07/10/2013 10:59:00
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Una bellissima poesia, creata nella travolgente emotività suscitata dal triste evento. Pietà, dolore, rabbia, solidarietà confluiscono insieme a generare questi versi della mia cara amica Annamaria, poetessa di grande sensibilità, che attraverso la poesia riesce a dare sempre espressione ai moti più reconditi dellanimo umano. Immergersi nel sentire del naufrago, coglierne presumibili pensieri, voci, accostarsi con tutta la sua umanità, alla consapevolezza tragica di chi sta per morire rivela ancora lindole altruista e la creatività della poetessa.
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francesca luzzio
- 07/10/2013 10:55:00
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Una bellissima poesia, creata nella travolgente emotività suscitata dal triste evento. Pietà, dolore, rabbia, solidarietà confluiscono insieme a generare questi versi della mia cara amica Annamaria, poetessa di grande sensibilità, che attraverso la poesia riesce a dare sempre espressione ai moti più reconditi dellanimo umano. Immergersi nel sentire del naufrago, coglierne presumibili pensieri, voci, accostarsi con tutta la sua umanità, alla consapevolezza tragica di chi sta per morire rivela ancora lindole altruista e la creatività della poetessa.
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Carmelo Pirrera
- 07/10/2013 08:36:00
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Anna Maria pare abbia letto, sopita nel nostro cuore, unangoscia e una pena segreta che ci legano e uniscono al di là di ogni fede e differenza di colore.Bella poesia,anchessa è fatta damore ed ignora frontiere.Grazie.
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Angela Caccia
- 07/10/2013 05:58:00
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Davanti una sciagura così immane c’è chi impreca, chi piange, chi, come il poeta, scivola nel suo silenzio senza fondo, fatto di parole che si aggrovigliano, urla implose. Tutto pare nullificarsi, si perde il senso di ogni vivere: se la vita include anche la morte come suo ineludibile capolinea, non si capisce ‘quella morte’ che nessuno spezzone di vita avrà mai compensato. Resta buio il silenzio del poeta, se Qualcosa o Qualcuno non torna a prenderlo per mano e lo aiuta a far chiarore in quelle camere oscure del ventre (nishmat), a infilare le parole così intrecciate, come in questo MERAVIGLIOSO filo di perle proposto da Anna Maria Bonfiglio. Grazie!
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Roberto Maggiani
- 07/10/2013 00:44:00
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Una strage che ci lascia impotenti, che cosa possiamo fare noi se non scrivere poesie e cantare/denunciare/ricordare tale immane tragedia umana? E poi in un modo così intenso, grazie.
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Franca Alaimo
- 07/10/2013 00:19:00
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Ancora una bella poesia sulla tragedia consumatasi a Lampedusa. Questa volta la poetessa dà voce ad uno dei protagonisti, che racconta la sua angosciosa avventura, ma anche lamore di chi si china sul suo corpo per ridargli vita. Ed è questa limmagine più bella ( e che per fortuna abbiamo visto più volte sui teleschermi):la solidarietà. Ci auguriamo tutti adesso che la legge Bossi- Fini possa cambiare ed assumere un volto più umano.
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